Articolo Il mondo animale Diritti degli animali
Stop alla caccia in Piemonte, Sardegna e Lazio: fioccano ricorsi e sospensioni freccevenerdì 20 settembre 2013      


Sospensione del calendario venatorio: è notizia di questi ultimi giorni, sicuramente accolta con plauso dal mondo ambientalista e animalista e con raccapriccio da parte del mondo venatorio, lo stop alla caccia nelle regioni di Piemonte, Sardegna e Lazio, da parte dei tre TAR competenti per regione. Ma andiamo per ordine: a settembre, come ogni anno, si è aperta la stagione venatoria nel nostro paese.

Ogni anno le polemiche e le azioni di protesta e richiesta di sospensioni intraprese contro il cosiddetto “sport” venatorio, vanno sempre più aumentando, dimostrando quanto oramai l’opinione pubblica ritenga la caccia inutile, sanguinaria e antisportiva. Ma quest’anno si è caratterizzato, in modo particolare, per i numerosi ricorsi fatti da numerose associazioni animaliste e ambientaliste contro i calendari venatori regionali! Ed ecco i primi risultati:
  • 13 settembre: con l’ordinanza sospensiva n°410/2013, la Seconda Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) Piemonte, ha annullato il calendario venatorio regionale, dando uno stop concreto ai cacciatori piemontesi per l’intero anno. 
  • 18 settembre: altra nuova sospensione; questa volta tocca alla Sardegna, il cui calendario venatorio viene bloccato grazie all’accoglimento delle richieste di Lega per l'Abolizione della Caccia (Lac), Associazione Vittime della Caccia ed Earth: l’ordinanza del TAR regionale accoglie le richieste presentate dagli ambientalisti e sospende il calendario venatorio. Il 19 marzo prossimo è prevista l’udienza in merito. 
  • 19 settembre: stop alla caccia anche nel Lazio; il TAR regionale, su ricorso di Lav, Lac, Wwf, Enpa, Lipu, Legambiente, ha parzialmente accolto la domanda sospensiva limitatamente ad alcune specie di avifauna cacciabile. L’accoglimento è “parziale”…dunque bisognerà attendere il 12 dicembre 2013, quando il TAR si esprimerà relativamente alla sospensiva. 
Tre risultati degni di nota, ai quali, speriamo, ne seguiranno altri. Ma perché tanto “rumore” intorno alla caccia e all’attività venatoria? Le campane da sentire sono, ovviamente, due: da una parte gli animalisti/ambientalisti, schierati da sempre a favore della salvaguardia del benessere animale e del rispetto della natura e dell’ambiente; dall’altra il mondo venatorio, arroccato in difesa della propria passione, trincerato dietro alla motivazione secondo la quale “la caccia è uno sport” e “i cacciatori amano e rispettano la natura”. Viene spontaneo, però, chiedersi: siamo nel III millennio, nessuno, ormai, ha più bisogno di procacciarsi il cibo con le proprie mani…. le macellerie sono piene di mercanzia a disposizione del consumatore, non c’è che l’imbarazzo della scelta!

Cade dunque il motivo originario dell’attività venatoria: “caccio per poter mangiare!”. Seconda obiezione, che va a controbattere all’affermazione “la caccia è uno sport”: per sport si è soliti intendere una attività che aiuta il benessere psico-fisico di chi la pratica. Che tipo di ricavo in benessere può venire dal premere un grilletto e uccidere un animale libero?Se il benessere, secondo il cacciatore, arriva dalle sane passeggiate in campagna (e sin qui non si può che approvare il concetto!), allora perché non munirsi di un bel binocolo e praticare birdwatching, invece di sterminare creature innocenti?

Terza obiezione: se è vero che i cacciatori amano e rispettano la natura… come mai provvedono, con i loro colpi mortali, a danneggiarla? Come mai inquinano i terreni delle nostre campagne con i bossoli lasciati dai loro spari? Uccidere l’avifauna selvatica non comporta certo un atto d’amore verso la natura stessa, che ha provveduto a creare gli uccelli al fine di farli vivere e procreare, non per essere alla mercé delle pallottole dei cacciatori! Un plauso dagli animalisti<b> </b>e ambientalisti alle regioni Piemonte, Sardegna e Lazio per aver dato esempio di civiltà e “vero” rispetto per la Natura! Un plauso da parte degli animali alle associazioni ambientaliste e animaliste, che non mollano mai la presa e combattono per fermare per sempre la caccia! Link:
 
Piemonte
Sardegna
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Veronica  Innominati - vedi tutti gli articoli di Veronica  Innominati



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Ogni anno le polemiche e le azioni di protesta e richiesta di sospensioni intraprese contro il cosiddetto “sport” venatorio, vanno sempre più aumentando, dimostrando quanto oramai l’opinione pubblica ritenga la caccia inutile, sanguinaria e antisportiva. Ma quest’anno si è caratterizzato, in modo particolare, per i numerosi ricorsi fatti da numerose associazioni animaliste e ambientaliste contro i calendari venatori regionali! Ed ecco i primi risultati:
  • 13 settembre: con l’ordinanza sospensiva n°410/2013, la Seconda Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) Piemonte, ha annullato il calendario venatorio regionale, dando uno stop concreto ai cacciatori piemontesi per l’intero anno. 
  • 18 settembre: altra nuova sospensione; questa volta tocca alla Sardegna, il cui calendario venatorio viene bloccato grazie all’accoglimento delle richieste di Lega per l'Abolizione della Caccia (Lac), Associazione Vittime della Caccia ed Earth: l’ordinanza del TAR regionale accoglie le richieste presentate dagli ambientalisti e sospende il calendario venatorio. Il 19 marzo prossimo è prevista l’udienza in merito. 
  • 19 settembre: stop alla caccia anche nel Lazio; il TAR regionale, su ricorso di Lav, Lac, Wwf, Enpa, Lipu, Legambiente, ha parzialmente accolto la domanda sospensiva limitatamente ad alcune specie di avifauna cacciabile. L’accoglimento è “parziale”…dunque bisognerà attendere il 12 dicembre 2013, quando il TAR si esprimerà relativamente alla sospensiva. 
Tre risultati degni di nota, ai quali, speriamo, ne seguiranno altri. Ma perché tanto “rumore” intorno alla caccia e all’attività venatoria? Le campane da sentire sono, ovviamente, due: da una parte gli animalisti/ambientalisti, schierati da sempre a favore della salvaguardia del benessere animale e del rispetto della natura e dell’ambiente; dall’altra il mondo venatorio, arroccato in difesa della propria passione, trincerato dietro alla motivazione secondo la quale “la caccia è uno sport” e “i cacciatori amano e rispettano la natura”. Viene spontaneo, però, chiedersi: siamo nel III millennio, nessuno, ormai, ha più bisogno di procacciarsi il cibo con le proprie mani…. le macellerie sono piene di mercanzia a disposizione del consumatore, non c’è che l’imbarazzo della scelta!

Cade dunque il motivo originario dell’attività venatoria: “caccio per poter mangiare!”. Seconda obiezione, che va a controbattere all’affermazione “la caccia è uno sport”: per sport si è soliti intendere una attività che aiuta il benessere psico-fisico di chi la pratica. Che tipo di ricavo in benessere può venire dal premere un grilletto e uccidere un animale libero?Se il benessere, secondo il cacciatore, arriva dalle sane passeggiate in campagna (e sin qui non si può che approvare il concetto!), allora perché non munirsi di un bel binocolo e praticare birdwatching, invece di sterminare creature innocenti?

Terza obiezione: se è vero che i cacciatori amano e rispettano la natura… come mai provvedono, con i loro colpi mortali, a danneggiarla? Come mai inquinano i terreni delle nostre campagne con i bossoli lasciati dai loro spari? Uccidere l’avifauna selvatica non comporta certo un atto d’amore verso la natura stessa, che ha provveduto a creare gli uccelli al fine di farli vivere e procreare, non per essere alla mercé delle pallottole dei cacciatori! Un plauso dagli animalisti<b> </b>e ambientalisti alle regioni Piemonte, Sardegna e Lazio per aver dato esempio di civiltà e “vero” rispetto per la Natura! Un plauso da parte degli animali alle associazioni ambientaliste e animaliste, che non mollano mai la presa e combattono per fermare per sempre la caccia! Link:
 
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